Primordium

Una poesia di Manlio Cappuccio

Chi sei  ?

Fatti riconoscere !

Uno specchio

può ingannare.

Non capisco…..

Incalzi la mia vita

e non so nulla di Te;

sferzi i miei entusiasmi

e spegni le mie gioie,

e non colgo l’essenza

di ciò

che vuoi trasmettermi.

Perversa e fluttuante

hai quasi paura

di manifestarti appieno,

anche se

Ti riproponi

immancabilmente

con i lampi

dell’intolleranza guizzante,

dell’avversione melanconica,

dello scetticismo devastante,

e trivelli con i ferri roventi

di brucente delirio

il profondo più intimo

dell’impenetrabile sito,

laddove l’anima

espia.

Avevo sperato

d’aver imparato

a convivere ……

e per un verso

d’averti domata,

d’averti imprigionata,

coartata nell’alveo

d’un presunto equilibrio,

d’aver trovato risposte,

escogitato attenuanti,

ripudiato misfatti

della Tua origine tribale.

E, invece,

scorrazzi

padrona del territorio,

carnefice insaziabile,

e divertita

delle sacrificali debolezze,

spargi sensi di colpa,

illumini fantasmi,

oscuri primitive facoltà,

neghi e gioisci

cinicamente

della sconcertante pantomima

che sugella il Tuo mondo.

Rivèlati,

te ne prego ! …..

Sei,forse,Tu

l’immagine clandestina

dell’umana follìa

che alberga e sospinge

al grottesco debutto

della saggezza ?

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