Andrea Coffami ha lavorato per alcuni anni nel mondo del cinema, e ha deciso di parlarne secondo la propria esperienza in maniera dissacrante, nel suo divertente libro Il cinematografo (disponibile per l’acquisto qui).
Aquile Solitarie – Leggendo le righe di descrizione de Il cinematografo si ha l’impressione che il suo sia un manuale, diciamo, ‘classico’, quando in realtà ha usato un tono leggero e dissacrante.
Andrea Coffami – Esatto. Mi piace chi non si ferma alle apparenze e legge le cose anche oltre un titolo. In realtà qualche cenno di “cazzeggio” c’è anche nella sinossi del saggio. Piccoli accenni per far intuire che il manuale non è da prendere sul serio. Si parla di cinema, registi, film in maniera scherzosa e a tratti grottesca (qualsiasi cosa questo voglia dire). Il tutto rimane comunque come gesto d’amore per la settima arte, anche dove ci vado giù pesante.
Aquile Solitarie – Come nasce l’idea di questo volume?
Andrea Coffami – Consideri che da piccino piccino, per un paio di estati ho lavorato in una videoteca dove a malapena arrivavo al bancone e quindi mi sono visto una marea di film sfruttando quella postazione. Quello è stato il mio imprinting. Il libro vero e proprio invece nacque dal mio vecchio blog Blogatuasorella, (ormai caduto in disgrazia dopo innumerevoli chiusure e blocchi da parte di buontemponi benpensanti), dove scrivevo sempre di cinema (e cose così) in maniera satirica. Raccogliendo vari articoli che avevo scritto in rete, ne feci un libricino che venne pubblicato, in versione embrionale di venti pagine, nel 2010 grazie all’intercessione del collettivo Cricca33 di Roma, con i tipi della 18:30 edizioni. Trecento copie che però ora sono fuori catalogo (costava tipo due euro quindi andò a ruba). Col tempo però, ogni tanto, aggiunsi qualche capitolo e presi a lavorare in produzioni di film di serie B, coniugando la mia passione per il cinema con il vile denaro. Di base ho studiato al DAMS di Roma, indirizzo cinema, e quindi mi sono dovuto studiare tutta la storia del cinema, finché non decisi, per vari motivi, di lasciar perdere l’università, studiare per conto mio e passare al lavoro “sul campo”, portando caffè sui set e raccogliendo le cartacce buttate in terra dai registi importanti. Dall’interno del settore vidi cose che voi umani non avreste potuto mai immaginare e di conseguenza nuovi paragrafi da aggiungere al libro. Arrivato a un numero decente di pagine ho deciso di pubblicare nuovamente il libro in versione ultra aggiornata.
Aquile Solitarie – Perché in versione E-book?
Andrea Coffami – A parte il fatto che nessuno mai chiede perché un film si possa vedere in televisione e non soltanto al cinema; e allora un libro? Perché non puoi leggerlo su uno schermo a forma di libro? Io sono sempre per i film al cinema e per i libri di carta ma la scelta dell’E-book è una linea editoriale della casa editrice (che condivido): se si raggiunge un tot di copie vendute in formato digitale, si passerà alla versione cartacea acquistabile in libreria. Quindi vi prego in ginocchio, tipo Christian de Sica in Compagni di scuola: spendete 4,99 euro e compratevi il libro! Anche perché tutti quelli che lo avranno comprato saranno citati nella versione cartacea, così da potersi vantare con amiche ed amici ed essere disconosciuti dai parenti.
Aquile Solitarie – Lei scrive anche racconti e ha pubblicato vari libri in passato. Quali sono le sue emozioni mentre scrive?
Andrea Coffami – Solitamente scrivo quando mi sento bene, quindi raramente, ma in quei momenti cerco di recuperare tutto il tempo perso senza darmi limiti. Se qualcosa mi fa ridere la scrivo, se non mi fa ridere l’appunto e poi la rileggo e se ancora non mi fa ridere la cestino. Poi rileggo quello che mi faceva ridere e se mi fa ancora ridere la riscrivo, se non mi fa ridere, l’appunto e poi la rileggo e se non mi fa ridere la cestino. Se invece mi fa ridere la riscrivo e così all’infinito. Non amo molto la battuta “immediata”, mi piace più quella surreale che magari crea una sensazione dopo qualche minuto o non la crea proprio. Riguardo i racconti vedo di eliminare recinzioni mentali e inserirmi mentalmente in uno spazio/tempo inesistente dove i preconcetti vengano ribaltati. Riguardo la poesia invece ho in mente sempre un ritmo che, nella maggior parte dei casi, è in quattro quarti.
Aquile Solitarie – Sta lavorando su qualcosa al momento?
Andrea Coffami – Potrei risponderle che sto lavorando su una scrivania IKEA ma non voglio far pubblicità, quindi rispondo seriamente: credo che questo periodo di chiusura forzata, ricolmo di limitazioni e regole contraddittorie, abbia fatto sorgere in me la voglia incontrollata di violenza ed omicidi, ma non essendo portato per il mestiere di serial killer sto pensando seriamente di scrivere una raccolta di racconti horror estremi. Ma estremi proprio. Roba che La casa di Jack di Lars Von Trier a confronto sarà un episodio de I Cesaroni. Sono consapevole del fatto che avrò molta difficoltà nel trovare un editore disposto a pubblicarla, ma questo sarà un problema successivo. Magari li scriverò tutti col lieto fine e troveremo un accordo.
Ringraziamo Andrea Coffami per la disponibilità.
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