Intervista a Rosa Ventrella

Rosa Ventrella

A cura di Chiara Albertini  

Grazie all’estrema sensibilità di cui è dotata, la “penna”, acuta, intensa e profonda al contempo di Rosa Ventrella riesce a rievocare e a scandagliare l’anima complessa e meravigliosa di un Sud Italia destinato a non essere mai dimenticato.

Chiara Albertini – Se un lettore leggesse tutte le sue opere, a suo parere cosa potrebbe scoprire di lei nel complesso? Quali aspetti e/o sfaccettature pensa che possa intuire o conoscere alla fine?

Rosa Ventrella – Nei miei libri la famiglia e le relazioni interpersonali tra i suoi membri rivestono un ruolo molto importante. Penso che dalle mie storie venga senz’altro fuori il ruolo di certi legami nella mia vita e l’importanza che attribuisco alle relazioni familiari in generale.

Chiara Albertini – Se lei dovesse rintracciare se stessa, un suo riflesso più autentico e diretto fra le pagine di un suo romanzo, dove il lettore può scorgere maggiormente Rosa nel suo essere donna in tutta la sua identità e complessità? Esiste un’opera alla quale è più legata, che le appartiene o la rappresenta di più?

Rosa Ventrella – Sicuramente il romanzo a cui sono più legata è il nuovo in uscita per Mondadori, il 16 marzo, Benedetto sia il padre. Nella personalità di Rosa, la protagonista, soprattutto della Rosa ragazzina, penso di aver riversato molte delle mie caratteristiche più intime.

Chiara Albertini – Mondo femminile: quale universo si prefigge di evocare o delineare attraverso le sue “eroine”? Ritiene che la donna possa avere sempre un ruolo predominante, un peso specifico, per così dire, all’interno delle sue storie, o piuttosto esiste il semplice tentativo di metterla a nudo e a confronto con l’universo maschile mantenendo un equilibrio fra le parti, diciamo, una sorta di “parità dei sessi”?

Rosa Ventrella – Le donne delle mie storie sono eroine semplici, donne che devono affrontare quotidianamente drammi grandi e piccoli, dalla guerra, alle lotte agrarie, alle rotture familiari. Mi piace raccontare la donna nelle sue tante sfaccettature, senza per questo voler creare necessariamente una dicotomia con l’universo maschile.

Chiara Albertini – Bambini vs adulti: quale mondo fra i due crede abbia maggiore potere evocativo sul lettore? Pensa siano sempre e comunque controbilanciati, considerando i messaggi sottesi di cui possono essere ogni volta veicolo? O piuttosto uno dei due mondi, assumendo una propria identità e valenza, potrebbe incidere maggiormente sul pubblico rispetto all’altro?

Rosa Ventrella – Se ragiono nell’ottica di lettrice, su di me il mondo dei bambini ha un grandissimo potere evocativo. Mi piacciono le storie che raccontano o che partono dall’infanzia, l’evoluzione di un personaggio attraverso i vari stadi della sua vita. Da scrittrice mi piace cogliere il retaggio che il personaggio adulto si porta dietro, le sue cicatrici, i dolori non guariti.

Chiara Albertini – Amore: pensando a questa parola, quali suggestioni le evoca o quale immagine le viene in mente all’istante? Quale ruolo riveste nelle sue opere? Ritiene che a volte si attui un “abuso” di questo termine, del suo concetto, o se ne ha sempre una presa di coscienza, una piena consapevolezza? Crede davvero che ogni volta cogliamo il suo senso e significato più profondo, o in realtà capita che ci possa sfuggire, di non essere in grado di riconoscerlo?

Rosa Ventrella – Quando penso alla parola amore, mi vengono in mente immagini che ritraggono la mia famiglia, mio marito e i miei figli. Penso però che l’amore abbia anche una dimensione più universale, che vada inteso con un senso maggiore di spiritualità, come amore per il nostro mondo, amore verso tutto ciò che ci circonda. Credo sia uno dei grandi motori della nostra vita.

Chiara Albertini – Famiglia: quale ricordo specifico legato a questa parola le sopraggiunge? Quali aspetti e dinamiche familiari si prefigge di mettere in luce nei suoi libri? Inoltre, se la sentirebbe mai di scrivere un romanzo dove il concetto di famiglia abbia poco rilievo, venga solo marginalmente delineato? O in realtà, come donna e scrittrice sente il bisogno di identificarsi sempre nel riflesso di cui è portatrice questa parola?

Rosa Ventrella – Nei miei libri la famiglia ha sempre un ruolo determinante. Sono convinta che ciascuno di noi si formi rapportandosi con la famiglia di origine, nel bene o nel male. Non credo potrei scrivere un libro in cui la famiglia abbia poco rilievo, a meno che non si tratti di un genere molto diverso, per esempio un romanzo storico. In questo caso darei probabilmente più spazio alla società tutta.

Chiara Albertini – Natura: che ruolo riveste nei suoi romanzi? Quanto sono incisivi per lei le ambientazioni, i contesti descritti? Sono ogni volta finalizzati allo svolgimento della trama e alla caratterizzazione specifica dei personaggi?

Rosa Ventrella – L’ambientazione è molto importante nelle mie storie e spesso mi viene in aiuto per caratterizzare sia i personaggi che gli eventi veri e propri. Non mi piacciono le storie identificate in un qui e ora qualsiasi, non identificabile.

Chiara Albertini – Sappiamo che le sue origini sono baresi, anche se d’adozione è cremonese da lungo tempo. Le radici sono importanti, si sa… per cui, quale ritratto della Puglia emerge dalle sue opere? Quali riflessi, suggestioni e intenti possiamo ritrovare ne Il giardino degli oleandri, Storia di una famiglia perbene e La malalegna?

Rosa Ventrella – Viene fuori un ritratto assolutamente verace della Puglia, con i suoi tratti tipici, i suoi pregi e i suoi difetti che talvolta le lente della distanza ha ingigantito. Mi piace però sorridere degli aspetti negativi, da qui la necessità di introdurre personaggi un po’ macchiettistici, capaci di rappresentare con ironia quel che non va.

Chiara Albertini – Progetti in cantiere: è occupata attualmente nella stesura di un nuovo romanzo? Inoltre, le piacerebbe realizzare un’opera assieme a un’altra scrittrice? Se sì, da chi vorrebbe essere affiancata e perché?

Rosa Ventrella – Il 16 marzo è prevista l’uscita del nuovo romanzo, sempre per Mondadori e ho tantissimi altri progetti in cantiere! Non credo che mi piacerebbe scrivere una storia a quattro mani, a meno che ovviamente non si tratti di un progetto televisivo.

Chiara Albertini – Trasposizione cinematografica: ne esiste già una al momento o in via di definizione? In caso contrario, quale fra i suoi romanzi avrebbe piacere potesse essere trasposto sul piccolo o grande schermo, e per quale motivo?

Rosa Ventrella – Il 22 marzo iniziano le riprese della fiction tratta da Storia di una famiglia perbene, che andrà in onda su Mediaset, per la regia di Stefano Reali e produzione 11 Marzo Film. Per quanto riguarda La malalegna invece, è in corso la trasposizione cinematografica a cura di Idea Cinema.

Ringraziamo Rosa Ventrella per la cortese disponibilità.

Rosa Ventrella

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