Intervista a Daniel Monardo

Abbiamo intervistato Daniel Monardo, autore di Morire in erezione, il romanzo che ha per protagonista il suo alter ego Siro Minardi.

Aquile Solitarie – Per cominciare conosciamo l’autore. Chi è Daniel Monardo?

Daniel Monardo – Be’, sto cercando di capirlo anche io. Ora mi sento molto uno scrittore e spero di restare tale; vorrei far passare il mio messaggio alle persone tramite quello che scrivo. In passato lo facevo in versi, scrivendo poesie o testi di canzoni che poi musicavo essendo anche un discreto chitarrista. Oggi la voglia di comunicare è rimasta invariata, ma per un motivo che non conosco ha scelto un altro canale: il romanzo. Direi, per rispondere alla sua domanda, che sono uno che ha voglia di dire la sua.

Aquile Solitarie – Canzoni e romanzi. Come si passa dal componimento in versi ad un romanzo?

Daniel Monardo – Anche qui non saprei come risponderle. Certo, comporre una canzone e scrivere un libro sono due cose totalmente differenti. La prima nasce con l’esigenza della sintesi: in due o quattro minuti devi arrivare subito al nocciolo della questione e dire tutto ciò che hai da trasmettere. Quando ho cominciato a scrivere il romanzo avevo quindi paura di voler giungere subito al dunque e di non riuscire ad arrivare ad avere un numero adeguato di pagine. Questo fortunatamente non è successo, e io sono passato dall’essere cantautore a romanziere sentendomi completamente a mio agio nella metamorfosi.

Aquile Solitarie – Parliamo un po’ del libro. Morire in erezione: cosa vuol dire?

Daniel Monardo – Il titolo nasce come una provocazione, ma è anche una chiara allusione al sesso e alla possibilità di morire durante l’atto sessuale (non mi pare male come fine). Analizzando non troppo in profondità il titolo, la parola “Morire” ha a che fare col fine vita, con la fine dell’esistenza così come la conosciamo; la parola “Erezione” invece rappresenta il godimento. In sostanza è un invito a godere della propria vita e a non morire prima della morte stessa. Cito una mia canzone: “Prima che si muore cerca di non morire!”. Siro Minardi, mio alter ego e protagonista del romanzo, decide di provare a morire in erezione e si licenzia, assecondando poi le sue naturali propensioni senza curarsi delle conseguenze.

Aquile Solitarie – Si tratta di un’autobiografia?

Daniel Monardo – Non capisco come chi scrive per esigenza personale, come faccio io, possa scrivere qualcosa che non riguardi se stesso. Certamente atti e fatti vissuti dal protagonista sono frutto di poca realtà e tanta immaginazione. Il Minardi pensiero però è totalmente il mio pensiero e quindi in Siro c’è tanto Daniel e viceversa. Direi quindi che per certi versi sì, è autobiografico.

Aquile Solitarie – Siro appare un personaggio scomodo, anzi quasi negativo. Come mai durante la lettura si finisce per fare il tifo per lui?

Daniel Monardo – Perché tutti vorremmo essere Siro Minardi. Mi spiego meglio. Uno dei temi principali è certamente l’insoddisfazione. Tutti sappiamo cos’è; alcuni l’hanno vissuta, altri la vivono e altri ancora ne sono cronicamente malati. Io appartengo a quest’ultima categoria. Quando siamo insoddisfatti, cosa facciamo? Sostanzialmente non facciamo un cazzo! Aspettiamo che il tempo passi, e le cose effettivamente prima o poi si modificano. Ma dopo quanto tempo? Se la vita è una, alcune decisioni bisogna prenderle senza attendere il passare del tempo. Solo così si può sperare di “morire in erezione”. Siro sceglie come pochi sarebbero in grado di fare e noi codardi, che vorremmo fare lo stesso, non possiamo fare altro che ammirarlo e sperare che possa riuscire nei suoi intenti. Siro è per noi quasi una speranza, e quindi per quanto sia “stronzo” in qualche modo ci piace.

Aquile Solitarie – Restiamo sulle caratteristiche negative del personaggio; Siro dà l’impressione di essere un maschilista, o forse addirittura un misogino. Lo è davvero?

Daniel Monardo – La premessa doverosa è che il romanzo nasce dopo svariate letture di Bukowski. Siro subisce molto un’influenza bukowskiana, il che lo rende più che misogino un misantropo. Egli tende a schierarsi solo con i deboli, ma mi viene da pensare che se questi emarginati riuscisserro a tirarsi fuori dalla loro melma probabilmente comincerebbe ad odiarli. È un personaggio contorto, che vive la sua esistenza, in una condizione di continua incertezza.

Aquile Solitarie – Lei è un pessimista?

Daniel Monardo – No, e neppure Siro lo è! Lascio comunque al lettore la sua interpretazione. Anche io ho al  mio interno un “ministero del dubbio” che non mi dà sicurezze su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Mi piace quello che Siro ha fatto ma non avrei mai il coraggio di farlo. Forse, indipendentemente dal risultato finale, ognuno dovrebbe provare a vivere secondo le proprie attitudini, ma ripeto: non ho certezze!

Aquile Solitarie – Per concludere: lei sta morendo in erezione?

Daniel Monardo – Rispondo con una parte del testo in rima di una mia canzone:

“Il bilancio di una vita non esiste

Ma solo momenti in cui vivi o sei triste”

Oggi probabilmente sì, domani chissà!

Ringraziamo Daniel Monardo per la sua disponibilità.

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