Il Grande Gatsby – Francis Scott Fitzgerald

DI WASHOE

Una luce verde dall’altra parte di una baia, immobile: il segno inequivocabile della presenza di un sogno ancora vivo. È un’immagine che persiste nella fantasia di ogni lettore del capolavoro di Francis Scott Fitzgerald, bellissima e poetica; il piccolo punto luminoso che racchiude in sé lo spirito di un romanzo, Il Grande Gatsby, e di un’epoca intera.

Il Grande Gatsby, ovvero Jay… Gatsby

È proprio in funzione di quella luce lontana che viene presentato Jay Gatsby, il protagonista: lo si vede per la prima volta sul prato della sua immensa magione mentre, in preda ad una visione, allunga la mano verso il punticino verde, simbolo del sogno che lo tiene aggrappato alla vita. La luce infatti segnala l’esistenza di un piccolo molo, protuberanza estrema di una casa nella quale abita il suo grande amore indimenticato: Daisy Fay, purtroppo ormai da quattro anni mrs Tom Buchanan. Triste destino quello di amare una donna sposata; e se il lettore ancora non ne sa nulla quando si trova per la prima volta di fronte all’immagine di Gatsby, è comunque chiara fin da quel primo momento tutta la carica tragica del personaggio, rivelata dalla distanza siderale della luce verde, simulacro di un desiderio irraggiungibile, apparizione fragile tra le nebbie del mare.

Luce Verde Gatsby
Gatsby e la luce verde in una illustrazione (fonte: Pinterest)

La trama

Occorre fare qui un po’ d’ordine prima di proseguire, per i pochi che ancora non conoscono a grandi linee la trama. Il Grande Gatsby è narrato in prima persona da Nick Carraway, giovane uomo che dal Midwest si trasferisce a New York con l’obiettivo di entrare nel mondo della finanza. Si stabilisce a Long Island, nella località di West Egg, dove nota subito la stravaganza del suo vicino di casa e fa visita alla cugina, Daisy, e al marito di lei Tom Buchanan. In casa loro incontra l’indifferente golfista Jordan Baker, con cui intesserà una breve relazione amorosa, ma soprattutto ascolta per la prima volta il nome del misterioso uomo che gli abita accanto, Jay Gatsby. Nome che, all’insaputa di tutti, risveglia in Daisy il ricordo di un passato lontano cinque anni.

La vita del protagonista

Più avanti, attraverso la bocca di Jordan, Nick verrà a conoscenza della storia di Gatsby: nato in una famiglia povera, aveva lavorato da marinaio per un tale Dan Cody, e si era poi arruolato nell’esercito. Durante l’addestramento aveva conosciuto Daisy e si era innamorato di lei, ma la famiglia benestante della ragazza ne aveva ostacolato in ogni modo il fidanzamento per via delle sue umili origini; il giovane era stato poi chiamato a combattere nella Prima Guerra Mondiale, e mentre lui si trovava in Francia Daisy aveva sposato Tom Buchanan. Quando lo era venuto a sapere, l’ambizioso Gatsby aveva giurato a se stesso che l’avrebbe riconquistata ad ogni costo; si era arricchito allora attraverso attività di dubbia legalità, e aveva poi acquistato una grande casa a Long Island sperando di attirarvi la donna amata, in occasione di una serie di feste sfrenate che avrebbe tenuto nella magione. Il piano era sembrato non funzionare, poiché Daisy non si decideva a presentarsi; la svolta era arrivata però quando Gatsby era venuto a conoscenza della parentela di lei col vicino Nick, di cui era diventato amico per poterla riavvicinare.

Gatsby e Daisy
Gatsby e Daisy nel film “Il Grande Gatsby” del 2013

Il finale

Gatsby e Daisy vivono allora alcuni giorni di follia in cui il loro amore pare rifiorire come cinque anni prima; non si accorgono però, accecati dal sentimento, o meglio dal ricordo di un sentimento, di come le stagioni li abbiano cambiati, e non siano più gli stessi ragazzi di un tempo. La Daisy di allora, per la quale contava soltanto l’amore, non esiste più, e dopo aver illuso Gatsby con la promessa di fuggire con lui si tira indietro e sceglie di restare con il marito. La decisione viene presa durante una gita a New York; proprio mentre tornano a Long Island con l’auto di Gatsby, Daisy, che era alla guida, investe e uccide una donna (Myrtle Wilson), che per uno scherzo del destino (o forse no; l’ambiguità rimane) non era altri che l’amante di Tom. Indirizzato a tradimento da Buchanan, che lo indica come responsabile della morte di Myrtle, il marito della donna scova Gatsby mentre si trova in piscina e lo uccide. È la fine dell’epopea del protagonista, che viene seppellito in una cerimonia funebre desolante, rivelatrice della sua solitudine infinita. 

Il Grande Gatsby e il Sogno Americano

È facile identificare la luce verde con il sogno di Gatsby, ed allargarne poi il significato al grande Sogno Americano di cui il protagonista è simbolo evidente. In quale altro modo spiegare, altrimenti, la sua parabola: partito dal nulla, con alle spalle una famiglia povera (probabilmente di emigranti tedeschi), diventato ricchissimo solo con la forza della sua ambizione: Gatsby è l’incarnazione del Self Made Man, l’uomo che si fa da solo in quella grande terra di opportunità che è l’America. Ma Fitzgerald è ben lontano dall’esserne cantore entusiasta, perché il suo personaggio è la vittima di un’illusione, uno slogan inventato dalle classi dominanti per trarre in inganno la massa di poveracci ambiziosi e sfruttarne la grande forza vitale. Di fronte ai nuovi ricchi come Gatsby, infatti, l’élite (rappresentata da Daisy, Tom e dalla famiglia di lei) chiude brutalmente i cancelli, rigettando quelle stesse persone che aveva spinto al sacrificio e rifiutando loro il posto promesso nell’alta società con il ritornello dell’American Dream.

Gatsby Di Caprio
Gatsby (Leonardo Di Caprio), sempre nel film del 2013

L’importanza di Daisy…

La luce verde assume allora un altro significato, e diventa simile ai fari delle auto che ammaliano gli animali del bosco e li pietrificano in mezzo alle strade. Il sogno di Gatsby non è solo la sua spinta propulsiva, ma diventa la sua zavorra, che lo tiene ancorato ad un passato che non c’è più. Con il patrimonio che è arrivato a racimolare, Gatsby potrebbe fare la bella vita e trovare mille altre ragazze come Daisy; per lui, tuttavia, ciò che ha accumulato è privo di significato proprio, in quanto esiste esclusivamente in funzione di lei. Senza Daisy, l’impero cade in frantumi, venendo meno il collante che lo tiene insieme. Ed in effetti è quello che succede nel finale: la donna sparisce e tutto il mondo di Gatsby diventa improvvisamente solitario, triste, oscuro, ed egli stesso muore nell’indifferenza generale: l’interesse nei suoi confronti si dimostra essere stato figlio esclusivamente della sua stravaganza, stravaganza che esiste solo fino a quando esiste Daisy.

… e la sua scelta

Gatsby non riesce a rendersi conto in tempo di essere destinato a non riavere Daisy con sé, perché la ragazza che aveva conosciuto cinque anni prima non esiste più. E seppure per un breve istante la donna accarezzi davvero l’idea di fuggire con lui, nel momento di lasciare il marito la sua forza di volontà viene meno: ad inquietarla sono forse da un lato il disprezzo per i parvenu, che, appartenuto un tempo ai genitori, con la maturità è diventato anche suo, e dall’altra l’origine oscura del patrimonio di Gatsby, che non lo mette certo al riparo da rovesci di fortuna (o dalla mano della legge). Contrapposto a tutto ciò Daisy vede il matrimonio con Buchanan che, sebbene non sia felice, offre promesse di stabilità e sicurezza, e soprattutto la certezza del mantenimento di un elevato stile di vita. Alla fine della vicenda, il Self Made Man Gatsby risulta dunque essere il grande perdente; eppure, egli non smette mai di sprigionare fascino, con quel sorriso e quello sguardo che colpiscono il narratore Nick Carraway perché pregni della luce ammaliante che appartiene soltanto ai sognatori.

Scott e Zelda Fitzgerald
F.S. Fitzgerald con la moglie Zelda (fonte: dilei)

Il Grande Gatbsy, un doppio autoritratto

Nel romanzo si possono vedere ritratte, forse, due versioni diverse di Francis Scott Fitzgerald: l’autore statunitense usa l’alter-ego del Nick-narratore per rappresentare sé stesso nel periodo in cui scrive il romanzo, e lo impiega per guardare da un punto di vista esterno a Gatsby, rappresentazione invece di ciò che egli è stato nel suo turbolento passato. Il personaggio di Gatsby può essere infatti visto come il Fitzgerald giovanile e aperto al mondo, desideroso di nuove conquiste, oltremodo ambizioso, che si contrappone al Fitzgerald più maturo, in grado di discernere la realtà dall’illusione e di prendere le distanze da un mondo, quello dei party, dell’alcol, delle esagerazioni di ogni genere, e della mancanza assoluta di pudore in cui non si riconosce più e che ritiene privo di ogni significato.

Il primo dopoguerra, la nostalgia, il fascino di Gatsby

Nick partecipa alle feste del vicino, piene di elettricità e di uomini e donne disinibite, con grande distacco, contemplando per puro spirito di conoscenza uno spettacolo che disprezza: nel suo sguardo si legge il disgusto provato dall’autore nei confronti di un mondo, quello degli Stati Uniti del primo dopoguerra, che terminato l’orrore del grande massacro europeo si getta tra le braccia del piacere senza freni, in un tentativo edonistico di oblio che esula però da ogni tipo di moralità. Nello sguardo di Nick-Fitzgerald, tuttavia, si intravede una certa nostalgia, nonché un’intima ammirazione verso un Gatsby-Fitzgerald ormai defunto, ma che abbagliava il mondo con la forza vitale dei suoi sogni.

«E mentre stavo lì seduto rimuginando sul vecchio, sconosciuto mondo, pensai alla meraviglia di Gatsby quando per la prima volta aveva individuato la luce verde al fondo del molo di Daisy. Aveva fatto molta strada fino a questo prato blu e il suo sogno doveva essergli sembrato così vicino da non potergli più sfuggire. Non sapeva che era già alle sue spalle, da qualche parte in quella vasta oscurità oltre la città, dove i campi oscuri della repubblica si stendevano nella notte. Gatsby credeva nella luce verde, il futuro orgiastico che anno dopo anno indietreggia di fronte a noi. Ci è sfuggito allora, ma non importa… domani correremo più veloce, allungheremo di più le braccia… e una bella mattina…

Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato.»

Francis Scott Fitzgerald
Francis Scott Fitzgerald (fonte: corriere)

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